elogio del vuoto 

_2020 ELOGIO DEL VUOTO 2021_

Questo lavoro nasce dalla necessità di raccontare la vita – non vita del mio paese durante la pandemia. Con le prime restrizioni a livello nazionale assumo la consapevolezza che il virus, apparentemente lontano, in realtà riguardava tutti noi. La voglia di raccontare questo momento era tanta, non potendo uscire dal comune di residenza a causa del lockdown inizio a scattare in paese. In realtà, la prima fotografia la scatto a casa dei miei nonni mentre, in televisione, guardano Papa Francesco dare in diretta internazionale la benedizione Urbi et Orbi e mia nonna è intenta a cucire una mascherina di stoffa.
Da quella foto, nel marzo 2020, inizia questo progetto, anche grazie all’impulso di Paolo Corradino, l’allora Presidente del Rotary Club Palazzolo Acreide Valle dell’Anapo, che mi chiamò e mi invitò a fare qualcosa che potesse testimoniare il momento che stavamo vivendo; è proprio da quella chiamata che nasce questo libro che è stato voluto e portato avanti anche dalla successiva presidenza di Salvo Petrolito e dall’attuale di Sebastiano Infantino.
Ho scattato nelle strade alla ricerca di persone isolate nel vuoto, nelle piazze dove le ombre delle maestose architetture riempivano gli spazi un tempo animati dalla gente, ho cercato di raccontare anche le nostre amate feste che si svolgevano in una veste totalmente diversa, che, probabilmente, nessuno di noi avrebbe mai immaginato di vivere.
Fotografo il vuoto, le ombre, l’assenza, il paese è solenne e mi sento quasi un intruso nella solitudine degli spazi e nel silenzio delle voci.
Palazzolo è il paese che amo e che ho raccontato in diverse circostanze: nel fluire della vita quotidiana, nella spensieratezza dei bambini che giocano in piazza, nelle partecipate feste religiose, persino nella campagna pubblicitaria che ho realizzato per Dolce&Gabbana.
Le fotografie di questo lavoro mostrano il paese in una veste totalmente diversa, un paese che nonostante tutto ha vissuto nella calda luce d’estate, nelle giornate grigie dell’inverno, attraversato Natale adornato di luminarie e Pasqua con il crocifisso di Andrea Caruso trionfante in piazza.
Ringrazio sentitamente il Rotary Club Palazzolo Acreide Valle dell’Anapo per  aver sempre creduto in questo progetto e averlo supportato, in particolare il mio ringraziamento va a Paolo Corradino, Salvo Petrolito e Sebastiano  Infantino i Presidenti che hanno portato a termine questa pubblicazione.
Grazie di cuore a Giuseppe Leone per la sua onorata presenza.

Grazie Boomstudio a Paolo Santanastasio e Marco Palazzolo per avermi sopportato, per l’impaginazione e la cura della copertina, e ad Emanuele Savasta per l’aiuto nell’editing.

patronus

un libro sulla festa di San Paolo Patrono di Palazzolo Acreide

 

 La festa di San Paolo a Palazzolo Acreide, che appartiene alle grandi feste stagionali legate al ciclo della natura, nelle motivazioni fondamentali e nei suoi tratti essenziali è rimasta identica a quella antica: la credenza religiosa, la grande devozione fideistica, la partecipazione popolare alla festa quale rito collettivo. I festeggiamenti iniziano la sera del 28 giugno ma è nel tardo pomeriggio del 29 che i festeggiamenti entrano nel vivo, quando dalla Basilica di S. Paolo, parte il tradizionale giro di gala: gli stendardi, il labaro di legno dorato e le insegne del Santo Patrono, accompagnati da bande musicali, sbandieratori, dal picchetto storico a cavallo oltre che da numerosi membri del comitato e dai più affezionati “sampaulisi”, compiono un trionfale giro per le vie del paese. Il momento più atteso del giorno della vigilia è un grande avvenimento sacro : “a sciuta ra cammira”. La svelata della veneratissima statua di San Paolo, che viene accolta dalle acclamazioni di giubilo dei devoti “E cchi siemu tutti muti Paulu di la vita Patronu” “viva San Paulu” “viva lu Gran Patronu”. La profumatissima lavanda, che a Palazzolo viene detta “spica ri San Paulu”, che viene offerta in gran quantità al Santo e benedetta viene distribuita in piccoli mazzi ai fedeli. Verso le nove si muove “u carrettu ro pani”, che, adorno di spighe, trainato a mano per le vie del paese, raccoglie le tradizionali “cuddure”, grandi pani votivi decorati con uno o più serpenti a rilievo, che benedette vengono poi vendute all’incanto nel pronao della chiesa. Un corteo di cavalieri accompagna la raccolta del pane per le vie principali della cittadina. Sagrato Basilica di S. Paolo benedizione degli animali. Ma il momento più importante della festa, atteso e preparato per un intero anno è l’uscita delle tredici “a sciuta”.Alle ore tredici in punto la “vara” della reliquia compare e sul sagrato fioccano dall’alto timidamente i primi grappoli di “nzareddi” accompagnati dallo sparo di un filo di maschetteria. ….appena S. Paolo attraversa l’elegante portale barocco e compare sul sagrato, il rito si compie: il cielo si spacca in un fragore infernale, dai piani alti della facciata cento bocche di fuoco lanciano a più raffiche una tempesta di “nzareddi” che per alcuni secondi coprono tutto. S. Paolo ricompare in tutta la sua imponenza alla fine della scalinata. ….durante tutto il giro si ripete il rito della denudazione dei bambini; sono per la maggior parte neonati e vengono offerti al santo, issati sulla vara quasi a sfiorare la statua, per una grazia ricevuta o per implorarne la protezione. I fercoli vengono portati da un centinaio di uomini che, per adempire ad un voto, offriranno le loro spalle nude a sorreggere il pesante carico. e seguite da una lunghissima teoria di donne scalze. La processione diurna, compie il giro di quella che era la Palatiolum medievale.La sera, all’imbrunire, si svolge una seconda processione. In tarda serata a conclusione della processione, viene sparato “u fuocu” uno straordinario spettacolo pirotecnico. Dopo le placide girandole con i loro colori e sibili, con la magia con quale sanno all’improvviso manifestarsi in nuove forme e colori, inizia un grande spettacolo pirotecnico : sbruffi, napoletane, copi a sfera, giapponesi solcano il cielo in tutte la direzioni, creano effimeri arabeschi di fuoco che illuminano nel loro susseguirsi di colori le volute barocche della chiesa, la piazza, i palazzi circostanti.